giovedì 27 ottobre 2011

Liberiamoci della precarietà. Il nostro tempo è adesso - la vita non aspetta

La precarietà si può combattere!
La precarietà non è un destino, né un dato immodificabile a causa di oscure leggi di mercato. Per questo possiamo liberarcene! La precarietà è il frutto di scelte (e non scelte) politiche. E' un problema di felicità e di libertà negate, di diritti, di continuità di lavoro e di reddito, è un problema di opportunità e di competenze sprecate. E' un problema di soldi, di previdenza e di tempo rubato. E' la difficoltà a vivere il presente, ad avere una casa, a immaginare il futuro. E’ la paura di invecchiare in miseria.

Emblema della crisi.
Proprio la precarietà è il filo rosso che lega il modello economico che ha prodotto la crisi e le politiche di austerity invocate per contrastarla. E' il terreno su cui questo modello di sviluppo ha mostrato il suo volto più feroce: lo smantellamento del welfare, l'instabilità del lavoro e la negazione dei diritti sono la bandiera di un sistema che mette in secondo piano le persone - i loro bisogni e i loro desideri – rispetto ai privilegi e alle rendite di pochi.  La crisi nel nostro paese ha il volto della generazione precaria, del 30% dei giovani italiani senza lavoro, sotto il ricatto dell’incertezza e del lavoro nero, a carico di famiglie sempre più povere. Ha il volto delle studentesse e degli studenti a cui viene, di fatto, negato l'accesso a una conoscenza sempre più costosa e sempre meno  valorizzata. E' in questo ricatto che si manifesta la distanza abissale tra l’economia globalizzata e la nostra vita quotidiana, nel senso d'impotenza rispetto alla possibilità di decidere delle nostre esistenze. 
E non è più un problema solo generazionale. L’acuirsi della crisi e l’incapacità politica di contrastarne gli effetti stanno estendendo a tutti il modello di precarietà, di lavoro e di vita, che fino ad oggi ha gravato soprattutto sulle nuove generazioni, per questo non cadiamo nella trappola di chi vorrebbe vederci in lotta con i nostri genitori in una contrapposizione tra “garantiti e non garantiti” che non ha, oggi più che mai, ragione di essere. In Italia, come in Europa.

Riprenderci la vita.
Vogliamo riprenderci la nostra vita. E vogliamo farlo adesso. Vogliamo liberarci della precarietà, che significa, prima di tutto, affermare il valore delle nostre competenze e del nostro lavoro. Un lavoro che corrisponda alle nostre aspirazioni, che ci dia gli strumenti per realizzare i nostri progetti di vita, affettivi e professionali. Vogliamo vedere nel pubblico impiego una risorsa e non un altro attore della precarizzazione, e nel mercato un’espressione della società e non la società stessa. Vogliamo contratti di lavoro stabili per lavori stabili, vogliamo una continuità di reddito per affrontare la vita quando il lavoro è discontinuo, un reddito minimo, fatto di sussidi e servizi, per garantire la dignità della vita e del lavoro com'è in tutti i paesi europei (e come definito nella risoluzione europea 2010/2039), vogliamo una casa, vogliamo poter scegliere di essere madri e padri. Vogliamo liberarci dal ricatto di un lavoro senza diritti né protezioni. Vogliamo che tutti possano studiare e formarsi a prescindere dal reddito. Vogliamo un paese che ci somigli di più, che creda nella qualità dello sviluppo e che faccia della conoscenza uno degli elementi fondanti e includenti di questa democrazia. Possiamo vincere, ma solo insieme. Il nostro riscatto non può che essere collettivo.


Assemblea Nazionale del 19 e 20 novembre: perché bisogna esserci?
Abbiamo mosso i nostri primi passi lo scorso 9 aprile, in una giornata che ha visto scendere in piazza a Roma e in tante città d'Italia associazioni, reti, coordinamenti di lavoratrici e lavoratori precari, stagisti, disoccupati, studentesse e studenti. Volevamo raccontarci e non essere raccontati, prendere la parola per denunciare lo scandalo di un paese che ci spreme e ci spreca allo stesso tempo. Adesso non è più tempo solo di denuncia. All’assemblea nazionale del 19 e 20 novembre ci riprendiamo un tempo e uno spazio troppo spesso negati. Un tempo e uno spazio dove costruire risposte.
Non si parte da zero. Abbiamo idee e proposte su cui riflettere e lavorare insieme. Essere compagni in questo viaggio è una grande occasione che ci rende più forti per costruire un presente e un futuro diversi. Più liberi, più nostri.
Ti aspettiamo all’assemblea nazionale del 19 e 20 novembre perché le nostre storie siano una ricchezza e le nostre idee siano soluzioni.


2 commenti:

  1. Buongiorno ragazze,

    Vi contatto tramite commento perché non ho trovato altro modo per farlo.

    Sono la responsabile di comunicazione di Paperblog, un media partecipativo online che ha la missione di individuare e valorizzare i migliori blog della rete. I vostri articoli sono molto interessanti e adatti a figurare tra le pagine dei nostri magazine di Società/Politica, Per lei, Lavoro.
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    Andate a dare un'occhiata sulle nostre pagine a questo link: http://it.paperblog.com

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    Silvia

    silvia [at] paperblog.com
    Responsabile Comunicazione Paperblog Italia
    http://it.paperblog.com

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  2. Per dar voce ai nostri diritti! Ecco lo spot censurato dalla rai


    http://www.youtube.com/watch?v=ftN1vgpovpQ

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