A qualche settimana dal nostro incontro con la sociologa Carmen Leccardi alla presentazione del suo ultimo libro, Sociologie del tempo, ci sono molte cose che ancora ci girano per la testa.
Il libro, che mostra con grande lucidità il nesso identità-temporalità alla luce dell'attuale mutamento di quest'ultimo in tempo plurale, presente esteso, mette in luce un'esperienza del reale che ci tocca da vicino, in quanto giovani, in quanto donne, in quanto donne "(diversamente) occupate", al punto che, già qualche mese fa, al momento dell'organizzazione del nostro numero, avevamo ritenuto estremamente necessario avviare un dialogo con la sua autrice.
Da lì è nata l'intervista di Teresa; da lì è nato un confronto che dura tutt'ora, anche a distanza di giorni, settimane, mesi, dall'avvio di questa interlocuzione.
Il pensiero delle donne, sui temi dell'identità, del suo rapporto con l'esperienza della temporalità e con le condizioni che lo determinano, sa dare voce a temi politici ampi, che allargano la propria portata fino a travalicare la singola esistenza, ma, d'altra parte, riesce a rimanere in rapporto con l'ambito, più pragmatico, dell'affermazione di diritti all'interno dei conflitti attuali. La forza insita in questa doppia valenza del dibattito costruito dalle donne su tale tema si rivela oggi come assolutamente dirimente. La concezione del tempo scaturita da queste riflessioni mette in luce la possibilità di risolvere l'opposizione tra il controllo del tempo (messo in atto dalle istituzioni) e della signoria su di esso, propria dei soggetti che si oppongo al controllo istituzionale attraverso la messa a tema di un dominio del tempo alternativo.
Le donne hanno saputo prender su di sè la responsabilità di questa temporalità, di questo tempo dei corpi che è innanzi tutto tempo politico.
In questo quadro le nuove tecnologie, nonostante comportino un rischio non indifferente di derive omologanti, aprono lo spazio per una nuova presa di parola, utilizzabile per una nuova signoria del tempo che sappia tener conto del fatto che il tempo ha un corpo e i corpi hanno dei tempi.
E' tempo, dunque, di prendere parola.
Federica
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