In un recente incontro con la segretaria Cgil Susanna Camusso le abbiamo chiesto cosa significa sedersi ad un tavolo di trattative così importante come quello della riforma del mercato del lavoro insieme ad altre due donne ai vertici. Siamo convinte, e le nostre ministre lo dimostrano, che non basta essere donne per governare diversamente. E non ci sono solo loro a dimostrarlo.
E’ di ieri la denuncia della rete di giornalisti precari Errori di stampa sulla "clausola di gravidanza" inserita nei contratti Rai, con una richiesta diretta alla direttrice generale Lorenza Lei di cancellare una discriminazione che penalizza le giornaliste precarie, già discriminate per le finte partita iva, per i contratti che escludono i diritti, mettendo ancora una volta le donne di fronte all’aut aut tra vita e lavoro, annientando di nuovo l’autodeterminazione femminile in un sistema lavorativo patriarcale, anche con le donne ai vertici, tentando ancora una volta di mettere a tacere i corpi, e non solo quelli delle donne, quelli di tutti.
Come è potuto succedere?La Rai è il servizio pubblico, per di più con un direttore generale donna, che non può difendersi dichiarando che in Rai nessuna donna è mai stata discriminata per la maternità. Non basta dire che “onde evitare inutili strumentalizzazioni ad ulteriore testimonianza che la clausola in contestazione non ha il rilievo che le viene attribuito la Direzione Generale non ha alcuna difficoltà a toglierla dai contratti per una diversa formulazione che non urti suscettibilità fatta salva la normativa vigente che non è nella disponibilità della Rai poter cambiare", se il contratto prevede una clausola che parla di rescissione del contratto in caso “di malattia, infortunio, gravidanza, causa di forza maggiore od altre cause di impedimento insorte durante l’esecuzione del contratto”. Impedimento?
Messo nero su bianco: il corpo delle donne, il corpo fertile, è di impedimento al sistema del lavoro in Rai. I nodi vengono al pettine, alla fine. Quando è per far alzare gli ascolti è benvenuto, quando è per autodeterminazione è un impedimento. Ebbene sì,la Rai ha urtato la suscettibilità di tutti e ha scritto con l’inchiostro la negazione dei diritti.
E’ di ieri la denuncia della rete di giornalisti precari Errori di stampa sulla "clausola di gravidanza" inserita nei contratti Rai, con una richiesta diretta alla direttrice generale Lorenza Lei di cancellare una discriminazione che penalizza le giornaliste precarie, già discriminate per le finte partita iva, per i contratti che escludono i diritti, mettendo ancora una volta le donne di fronte all’aut aut tra vita e lavoro, annientando di nuovo l’autodeterminazione femminile in un sistema lavorativo patriarcale, anche con le donne ai vertici, tentando ancora una volta di mettere a tacere i corpi, e non solo quelli delle donne, quelli di tutti.
Come è potuto succedere?
Messo nero su bianco: il corpo delle donne, il corpo fertile, è di impedimento al sistema del lavoro in Rai. I nodi vengono al pettine, alla fine. Quando è per far alzare gli ascolti è benvenuto, quando è per autodeterminazione è un impedimento. Ebbene sì,
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